Negli ultimi tempi si è parlato molto di sistemi di intelligenza artificiale (IA) (che in inglese diventa AI, cioè Artificial Intelligence) in cui le macchine possono imparare a svolgere determinate attività (in modo più o meno autonomo) e migliorano le proprie capacità con il tempo, attraverso un processo di prove ed errori. Lo scopo dell’IA è quello di semplificare la vita all’uomo eseguendo vari compiti.
L’intelligenza artificiale è ormai ampiamente diffusa e presente nei dispositivi o servizi che utilizziamo quotidianamente. La si trova ad esempio integrata negli smartphone (la fotocamera che riesce a migliorare l’immagine o i sistemi di riconoscimento facciale), negli assistenti vocali come Alexa o Google Assistant, nelle auto a guida autonoma, ma anche sulle piattaforme di streaming come Netflix o Spotify, che consigliano cosa guardare in base ai contenuti fruiti in precedenza.
Le applicazioni dell’intelligenza artificiale sono molteplici e in continua evoluzione. Ad esempio, si fa sempre più strada l’impiego di sistemi di IA generativa, come il celebre chatbot ChatGPT, che è in grado di generare un testo, anche complesso, partendo da una breve richiesta da parte dell’utente, o i sistemi di generazione di immagini come Midjourney e DALL-E. Oltre all’uso pratico, l’IA può portare anche problemi più o meno gravi. I più comuni sono quelli legati alla diffusione di fake news e, nel caso dei generatori di immagini, di deepfake. Se sei curioso di saperne di più sul mondo dell’IA, in questo articolo ti illustrerò come funziona l’intelligenza artificiale e, soprattutto, come usare le piattaforme IA più famose in questo momento.
Indice
- Come l'intelligenza artificiale sta cambiando il mondo
- Come si usa l'intelligenza artificiale
- Come usare ChatGPT
- Come usare Midjourney
- Come usare l'intelligenza artificiale di Google
- Come usare l’intelligenza artificiale per creare siti
Come l’intelligenza artificiale sta cambiando il mondo
L”intelligenza artificiale è una tecnologia capace di simulare i processi di apprendimento del cervello umano. Anche se si pensa che l’IA sia una tecnologia recente, la sua storia inizia negli anni Cinquanta. Il matematico britannico Alan Turing, considerato il padre dell’informatica e dell’IA, fu uno dei primi studiosi a teorizzare l’intelligenza artificiale.
Nel suo articolo “Computing Machinery and Intelligence”, pubblicato sulla rivista Mind nel 1950, il matematico ideò quello che sarebbe passato alla storia come il “test di Turing”. Questo esperimento consisteva in un “gioco” in cui, se la macchina riusciva a ingannare l’uomo, facendogli credere che il suo interlocutore fosse un umano, allora la macchina poteva essere considerata intelligente. Il test di Alan Turing, ha posto le basi per tutti gli studi successivi sul tema e per dimostrare come funziona l’intelligenza artificiale.
L’intelligenza artificiale di cui si parla più spesso oggi è la cosiddetta IA generativa. Si tratta di quel tipo di IA utilizzata da software capaci di generare in modo autonomo testo, immagini, musica, sintesi video ecc. Esempi di ciò sono ChatGPT (testo), Midjourney o DALL-E (immagini e video) oppure MuseNet di OpenIA (musica). Questo tipo di intelligenza artificiale si differenzia dall’IA discriminativa (o reattiva), che invece è soltanto capace di classificare o identificare dei contenuti, basandosi su dati già esistenti. Le macchine che utilizzano l’IA reattiva rispondono a degli stimoli provenienti dall’ambiente esterno, ma sulla base di regole precise, imposte a priori dall’uomo. Esempi di macchine con IA reattiva sono i rilevatori di sicurezza (infrarossi o videocamere), che grazie all’utilizzo di determinati algoritmi, riescono a identificare un possibile intruso in casa.
Attualmente, esistono tre tipologie di intelligenza artificiale: l’Artificial Narrow Intelligence (ANI), l’Artificiale General Intelligence (AGI) e l’Artificial Super Intelligence (ASI). La prima è la cosiddetta intelligenza artificiale “debole” o “IA a memoria limitata. È la più comune, utilizzata ad esempio nelle auto a guida autonoma o su ChatGPT. L’IA ha una ”memoria” a breve termine del passato e reagisce di conseguenza agli stimoli esterni, in base alla sua esperienza.
La seconda è l’IA “forte” (teoria della mente), capace di replicare il comportamento del cervello umano, emozioni comprese. Attualmente nessuna macchina o sistema è in grado di raggiungere questo tipo di IA, anche se, in un prossimo futuro, potrebbero già vedersi i primi prototipi. L’ultima tipologia, la super intelligenza artificiale (macchine autocoscienti), dovrebbe essere in grado di superare le capacità umane. Purtroppo (o fortunatamente) ciò rimane soltanto una lontana ipotesi.
Alla base dell’intelligenza artificiale vi sono diverse tecnologie. Tra le più importanti vi sono: l’apprendimento automatico (in inglese Machine Learning), l’apprendimento approfondito (in inglese Deep Learning), i modelli di linguaggio e l’elaborazione del linguaggio naturale. La prima è quella che consente all’intelligenza artificiale di imparare a svolgere compiti, anche se grazie all’aiuto dell’uomo. Al contrario, l’apprendimento approfondito consente alle macchine di apprendere in totale autonomia. I modelli di linguaggio sono invece dei programmi che sfruttano il Deep Learning per simulare il linguaggio umano (è il caso di GPT-4, il modello alla base di ChatGPT). Infine, l’elaborazione del linguaggio naturale, consente all’IA di interagire con l’utente attraverso un linguaggio fluido e non “macchinoso”, come se a scrivere fosse una persona in carne e ossa.
Di base, il Machine Learning sfrutta degli algoritmi per elaborare una vasta quantità di dati e fare in modo che i sistemi imparino da soli e diventino “più intelligenti”. Questa tecnologia può essere di tre tipi: il Machine Learning supervisionato, il Machine Learning non supervisionato e il Machine Learning con rinforzo. Nel primo caso, “l’apprendimento” avviene per similitudine, proprio come quando un bambino impara a riconoscere una mela vera, guardandola da un disegno. In questo caso la macchina “impara” e poi applica quanto imparato per analogia, come gli assistenti vocali che a poco a poco riescono a riconoscere sempre meglio la voce dell’utente. Nel secondo caso, invece, al sistema vengono inviati una serie di input, ma sarà la macchina a dover “ragionare” per elaborare le migliori soluzioni. Un esempio può essere la sezione “consigliati” di Amazon, dove trovi prodotti simili ai tuoi acquisti precedenti. Infine, il ML con rinforzo, è simile al ML supervisionato, ma per raggiungere l’obiettivo, la macchina dovrà imparare a interagire con l’ambiente circostante, ottenendo una “ricompensa” quando esegue correttamente il suo compito. È ad esempio il caso delle auto a guida autonoma.
Una sottocategoria più complessa del Machine Learning è il cosiddetto Deep Learning (DL), ovvero l’apprendimento approfondito. A differenza del Machine Learning, il DL sfrutta delle reti neurali artificiali per elaborare le informazioni ed eseguire delle attività in totale autonomia. le reti neurali (Artificial Neural Network) sono chiamate così perché ispirate a quelle del cervello umano. Proprio come le reti neurali biologiche, queste sono composte da “nodi”, con un livello di input (in entrata), uno di output (in uscita) e altri livelli nascosti. Quando gli strati di input ricevono dei segnali, questi li trasmetteranno ai nodi dei livelli nascosti, quest’ultimi li elaboreranno e trasmetteranno i risultati agli altri nodi, fino ad arrivare ai livelli di output. Come nel caso del ML, anche le reti neurali artificiali per “imparare” utilizzano l’apprendimento supervisionato, non supervisionato e con rinforzo.
I sistemi basati sul Deep Learning elaborano una grande quantità di dati non strutturati. Ad esempio, il sistema saprà cos’è una mela, ma dovrà imparare poi associare gli altri elementi, come ad esempio la foglia o l’albero. Proprio per questo motivo i sistemi basati sul DL sono molto complicati e difficili da addestrare. Oltre al già citato Deep Learning, l’altro pilastro dell’IA è il “Natural Language Processing” (ovvero basato sull’elaborazione del linguaggio naturale). Questa tecnologia permette infatti all’intelligenza artificiale di generare testi utilizzando un linguaggio molto simile a quello umano, con differenze spesso impercettibili. Il sistema è infatti in grado di analizzare, comprendere e rielaborare il linguaggio naturale per creare testi, come se fossero scritti dalla mano umana.
L’intelligenza artificiale sta riscuotendo un enorme successo in tutto il mondo. I campi di applicazione di questa nuova tecnologia sono vastissimi: dall’elaborazione di dati, alla generazione di testo e di immagini, fino alla giurisprudenza o alla medicina. L’IA potrebbe infatti essere di grande aiuto per superare dei limiti a oggi irraggiungibili, soprattutto nel campo della scienza e della ricerca. Tuttavia, senza un’adeguata regolamentazione, questa potrebbe diventare veramente pericolosa, come dichiarato nel 2023 dal creatore di ChatGPT, Sam Altman, di fronte alla sottocommissione Giustizia del Senato degli Stati Uniti.
Se da un lato l’IA offre numerosi vantaggi e crea nuove opportunità, dall’altro solleva infatti non poche preoccupazioni. Oltre alla disinformazione e alla creazione di deepfake, l’utilizzo dell’IA potrebbe comportare diversi rischi, sia a livello di privacy e sicurezza, sia a livello di perdita di posti di lavoro. In un futuro ormai prossimo, l’IA potrebbe sostituire l’uomo in molti settori, dall’industria, fino alla contabilità o addirittura al giornalismo. La rivoluzione dell’IA è già in atto e presto questa tecnologia potrebbe plasmare ogni aspetto della vita umana.
Per saperne di più su come funziona l’intelligenza artificiale, sui suoi benefici e i suoi rischi, puoi leggere il libro “Le persone non servono. Lavoro e ricchezza nell’epoca dell’intelligenza artificiale” di Jerry Kaplan, scienziato informatico, tra i massimi esperti di IA.
Se invece vuoi maggiori informazioni sull’impatto sociale ed ecologico dell’IA sul nostro mondo, puoi leggere il libro “Né intelligente né artificiale. Il lato oscuro dell’IA” di Kate Crawford, co-fondatrice dell’IA Now Institute nella New York University e Senior Principal Researcher presso Microsoft Research.
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Come si usa l’intelligenza artificiale
Ad oggi esistono diverse piattaforme che permettono di sfruttare questa nuova tecnologia. Di seguito ti mostrerò come accedere e utilizzare i più comuni strumenti di IA, come ChatGPT, Midjourney e Google Bard.
Ricorda, ad ogni modo, che quando utilizzi qualsiasi strumento di intelligenza artificiale generativa è sempre buona regola non affidarsi ciecamente alle risposte ottenute, poiché il rischio di risultati non veritieri è all’ordine del giorno.
Come usare ChatGPT
ChatGPT è la più famosa IA conversazionale attualmente sul mercato, disponibile sia da Web, sia come app perAndroid (anche su store alternativi), iOS/iPadOS, Windows (nel momento in cui scrivo, solo per gli utenti paganti) e macOS.Lanciata dalla società OpenIA a novembre 2022, in breve tempo è riuscita a trasformare il mondo dell’informatica. Il chatbot si basa sul modello di linguaggio GPT(Generative Pre-trained Transformer, ovvero Trasformatore generativo preaddestrato), di quarta generazione, più precisamente la versione GPT-4o. Attualmente quest’ultima versione è disponibile in misura illimitata per gli utenti iscritti a ChatGPT Plus, la versione a pagamento del chatbot. La versione gratuita consente l’accesso limitato a GPT-4o, oltre il quale è possibile poi usare il modello più limitato GPT-4o mini. In aggiunta ai modelli già menzionati, sono ora disponibili anche 01-preview e 01-mini. Questi, però, attualmente possono essere utilizzati solo dagli utenti con un abbonamento a pagamento a ChatGPT. Il modello 01-preview è progettato per potenziare il processo decisionale e fornire risposte più articolate grazie a un ragionamento avanzato, mentre 01-mini è una versione ottimizzata per le discipline STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica), fornendo risposte rapide e precise in questi ambiti.
L’interfaccia di ChatGPT è molto semplice. Si tratta, infatti, di una finestra di chat in cui inserire le tue richieste. Una volta elaborate dall’intelligenza artificiale, ChatGPT ti fornirà una risposta che il bot considera la più completa. La piattaforma può anche effettuare ricerche su Internet e trattare argomenti più recenti nelle sue risposte.
Se desideri utilizzare ChatGPT, la prima cosa da fare è accedere al sito ufficiale di OpenAI dal browser del tuo PC. In seguito, potrai utilizzare il chatbot (anche senza registrazione) sfruttando la barra di digitazione dei prompt (gli input testuali con cui interrogare il chatbot). Per usare appieno tutte le potenzialità di ChatGPT, tuttavia, ti consiglio di creare un account e accedere con le tue credenziali d’accesso (indirizzo e-mail e password). In alternativa puoi anche utilizzare il tuo account Google, Microsoft oppure Apple. In seguito ti verrà chiesto di verificare la tua e-mail, inserire i tuoi dati anagrafici e un numero di telefono valido. Per maggiori informazioni, leggi il mio tutorial che ti spiegherà passo passo come usare ChatGPT.
Come usare Midjourney
Midjourney è un’intelligenza artificiale capace di generare delle immagini a partire da poche righe di testo (text-to-image), proprio come DALL-E. Creata dall’omonima start-up nel 2022, Mijdourney è capace di generare immagini artistiche sbalorditive, prendendo ispirazione dagli stili dei più importanti pittori e artisti del mondo (Van-Gogh, Picasso, Dalì ecc.), ma non solo. Le immagini sintetiche di Midjourney sono così realistiche da aver tratto in inganno diversi utenti. Sono infatti famose le immagini fake dell’arresto di Donald Trump o di Papa Francesco vestito con un giubbotto alla moda, tutte create con Midjourney v.5.
Come funziona l’intelligenza artificiale di Midjourney? In primis bisogna dire che la piattaforma è molto più complessa rispetto a ChatGPT o DALL-E. Midjourney funziona infatti soltanto se associata a Discord, la piattaforma di VoIP, che permette di chattare con persone che condividono interessi simili. La prima cosa che dovrai fare, se desideri utilizzare Midjourney, è quella di iscriverti a Discord (l’iscrizione è completamente gratuita). Dopo aver inserito i tuoi dati e convalidato la tua e-mail, potrai accedere ai server di Midjourney e iniziare a creare le tue prime immagini.
Midjourney è disponibile soltanto in abbonamento, ma prevede una versione gratuita di prova di 25 render (ovvero elaborazioni di immagini). Per maggiori informazioni su come installare e utilizzare questa IA text-to-image, leggi il mio articolo su come funziona Midjourney.
Come usare l’intelligenza artificiale di Google
Nel giro di pochi mesi, l’intelligenza artificiale è riuscita a stravolgere il mondo. Dopo l’arrivo di ChatGPT, adesso integrata sul browser Bing, grazie a un accordo tra Microsoft e OpenIA, anche Google ha deciso di rilasciare il suo chatbot di intelligenza artificiale, chiamato Google Bard. Dopo l’annuncio ufficiale da parte dell’azienda di Mountain View lo scorso marzo, in molti si sono chiesti come usare l’intelligenza artificiale di Google in Italia. Purtroppo, a causa di problemi legati alla violazione del GDPR (Regolamento generale per la protezione dei dati), il suo lancio in Europa è ancora bloccato.
Tuttavia, esiste una via alternativa per usare Google Bard in Italia, ovvero utilizzando una VPN (Virtual Private Network), come ad esempio NordVPN (di cui trovi la mia recensione qui), Surfshark (di cui ti ho parlato qui), ExpressVPN e Privado VPN, che permettono di camuffare la propria posizione reale e accedere ai contenuto normalmente non accessibili dall’Italia.
Una volta scaricata e attivata la tua VPN (scegliendo un server USA o di un altro Paese in cui il servizio di Google è disponibile), accedi al sito ufficiale di Google Bard utilizzando le tue solite credenziali di Google. Fatto ciò si aprirà la finestra del chatbot. Proprio come ChatGPT, anche in questo caso l’interfaccia è molto semplice. Per ogni risposta, Google Bard inserisce inoltre le fonti che ha utilizzato per elaborare la sua risposta. L’intelligenza artificiale di Google è ancora in fase di test e non è ancora in grado di comprendere richieste effettuate in lingua italiana. Per poter accedere a Google Bard in Italia senza una VPN, bisognerà attendere il lancio ufficiale per il mercato nostrano.
Come usare l’intelligenza artificiale per creare siti
Se desideri creare un sito Web gratuitamente e senza complicazioni, ti suggerisco di esplorare Wix. Questa piattaforma ti consente di realizzare siti Web utilizzando template predefiniti o sfruttando l’innovativo AI website builder. Quest’ultimo ti permette di creare un sito rispondendo alle domande di un chatbot basato sull’intelligenza artificiale.
Il sito creato su Wix avrà un dominio di terzo livello (www.nomescelto.wixsite.com), con 500MB di spazio di archiviazione e 1GB di larghezza di banda. Per chi desidera funzionalità avanzate, è possibile acquistare uno spazio Web con dominio di secondo livello incluso, sottoscrivendo uno dei piani di abbonamento a partire da 11€ al mese. Scopri di più qui.
Per iniziare, vai alla home page di Wix, clicca su Inizia ora e registrati tramite Google, Facebook, Apple ID o email. Dopo aver completato la registrazione, specifica se il sito è per te o per altri e decidi se utilizzare l’AI website builder selezionando Avvia chat o se preferisci i template di Wix cliccando su Configura senza Chat.
Optando per l’AI website builder, rispondi alle domande del chatbot (ad esempio, il nome del sito e il suo argomento) e il tuo sito sarà pronto in pochi minuti. I template di Wix sono sempre modificabili e la piattaforma offre numerose opzioni di personalizzazione, con un’interfaccia utente molto intuitiva, perfetta anche per chi è alle prime armi nella creazione di siti Web. Per ulteriori informazioni su come creare un sito Web con Wix, consulta la mia guida dettagliata.
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Autore
Salvatore Aranzulla
Salvatore Aranzulla è il blogger e divulgatore informatico più letto in Italia. Noto per aver scoperto delle vulnerabilità nei siti di Google eMicrosoft. Collabora con riviste di informatica e cura la rubrica tecnologica del quotidiano Il Messaggero. È il fondatore di Aranzulla.it, uno deitrenta siti più visitati d'Italia, nel quale risponde con semplicità a migliaia di dubbi di tipo informatico. Ha pubblicato per Mondadori eMondadori Informatica.